Con una quota pari all’8%, l’allumino è il terzo elemento più abbondante sulla terra, ma sorprendentemente è il più giovane tra i metalli. La sua produzione industriale inizia appena poco più di cent’anni fa. L’allumino esiste in natura solo come composto; fu Sir Humphry Davy il primo, nel 1807 a separarlo dal suo ossido, l’allumina, e fu lui che assegnò il nome al metallo. Nel 1825, Hans Christian Oersted produsse il primo alluminio sotto forma di metallo: fece reagire Cloruro di Alluminio con un amalgama di potassio e mercurio. Il riscaldamento della miscela a pressione ridotta causò l’ebollizione del Mercurio che lasciò così l’alluminio metallico, ma fu usato principalmente per gioielli e posateria, dato il suo costo troppo elevato. La vera svolta arrivò nel 1886, quando i due scienziati Paul-Toussaint Héroult e Charles Martin Hall depositarono il brevetto sul processo di fusione elettrolitica. Subito dopo Carl Josef Bayer brevettò la sua tecnica per trasformare la bauxite in allumina. Furono poste così le basi per la produzione industriale d’alluminio, tramite il processo chiamato Bayer-Hall-Héroult, utilizzato ancora oggi.